Autobiografia :caratteristiche Generali
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Autobiografia: Caratteristiche Generali L'autobiografia è un genere letterario che il critico letterario francese Philippe Lejeune ha definito come "il racconto retrospettivo in prosa che un individuo reale fa della propria esistenza, quando mette l'accento sulla sua vita individuale, in particolare sulla storia della propria personalità. Il genere acquista rilievo e conosce una diffusione eccezionale soprattutto nel corso del XVIII secolo, ma è nella tradizione letteraria latina e cristiana che l'autobiografia affonda le proprie radici: sono infatti le Confessioni (Confessiones) di Sant'Agostino il primo grande modello di racconto autobiografico.Nell'opera del Vescovo di Ippona la narrazione utobiografica è legata ad una funzione eminentemente religiosa, in quanto il racconto personale si risolve in una ricostruzione della crescita morale dell'individuo, esemplare per ogni uomo.Con l'età umanistica cominciano invece a diffondersi forme di scrittura autobiografica legate ad esperienze intellettuali eccezionali (come quella di Francesco Petrarca, raccontata nella raccolta di epistole Familiares e nel Secretum, o quella di Enea Silvio Piccolomini, autore dei Commentarii rerum memorabilium) o alle tradizione delle famiglie mercantili (legate alla stesura dei libri di ricordi) o all'attività degli artisti figurativi, che nei loro scritti autobiografici raccolgono riflessioni di carattere tecnico, appunti di lavoro, note sui rapporti con i committenti, etc. Ne è uno straordinario esempio la Vita di Benvenuto Cellini, scoperta e pubblicata nel corso del XVIII secolo.Lo sviluppo moderno dell'autobiografia e la sua affermazione come genere letterario è strettamente correlato all'affermarsi di un nuovo tipo di curiosità per la vita individuale, in cui sembrano riflettersi gli eventi, i fatti, le situazioni di un mondo in rapida trasformazione. Su questa strada cominciano a porsi vari scritti autobiografici del XVII secolo, come la Vita scritta da lui medesimo di Gabriello Chiabrera.Per quanto riguarda la letteratura italiana, le prime autobiografie settecentesche si presentano come ambiziose giustificazioni dell'impegno culturale individuale, così come è esemplificato nella Vita di Pietro Giannone e nella Vita scritta da se medesimo di Giambattista Vico.Nel corso del secolo dei lumi il racconto della vicende intellettuali si intreccia con una più accurata attenzione ai particolari della vita sociale contemporanea. Si impone una nuova curiosità per le avventure, che plasmano e costruiscono la stessa personalità dell'individuo. In questa direzione vanno senz'altro le opere autobiografiche di Giacomo Casanova (Histoire de ma vie, 1822) e di Lorenzo Da Ponte (Memorie, 1823-24).Un'altra autobiografia fondamentale nella storia della letteratura italiana è la Vita scritta da esso di Vittorio Alfieri, pubblicata postuma nel 1806.In senso biografico vanno invece intese Le Vite scritte da Giorgio Vasari per descrivere la personalità di eccelse figure dell'arte e della pittura.Nel corso del XIX secolo, il genere si sviluppa ulteriormente, trasformandosi in indagine approfondita delle contraddizioni della personalità e in analisi interiore, sulla scorta di una nuova aspirazione alla sincerità e all'autenticità di chiara matrice romantica. Il grande modello che si impone a tutta l'Europa è dato dalle Confessions di Jean-Jacques Rousseau, iniziate nel 1764 e pubblicate postume in due parti, nel 1782 e nel 1789.L'opera di Jean-Jacques, fondata sulla centralità dell'io e sul recupero memoriale, dà impulso a tutta una produzione autobiografica incentrata sulla ricostruzione del passato individuale, sul recupero dell'infanzia e sul tema della memoria. In Francia vengono così pubblicate le Memorie d'oltre tomba (Mémoires d'outre-tombe)di Chateaubriand (1849-1850) e l'Histoire de ma vie di George Sand (1854-1855), mentre in Russia Tolstoj dà alle stampe la trilogia Infanzia, adolescenza, giovinezza (1852-56).Contemporaneamente la mproduce opere di carattere essenzialmente politico-ideologico, influenzate dal processo risorgimentale: Le mie prigioni di Silvio Pellico (1832), I miei ricordi di Massimo d'Azeglio (pubblicati postumi nel 1867) e Le ricordanze della mia vita di Luigi Settembrini, pubblicate postume nel 1879-80.Nel corso del Novecento la tradizione autobiografica tende ad ibridarsi con la forma romanzesca, e l'esperienza individuale pare dissolversi nella fiction, dando così origine a quello che si suole definire romanzo autobiografico.
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