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Madame Bovary
(Gusrave Flaubert)

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L'intreccio del romanzo ruota tutto intorno alla figura della protagonista,
Emma Rouault, figlia di un agiato proprietario terriero andata sposa ad un
mediocre medico di campagna, Charles Bovary appena rimasto vedovo di un'anziana
donna che egli non aveva amato. Emma, giovane e graziosa è tuttavia inquieta,
insoddisfatta aspirando a qualcosa di molto diverso che lei stessa non riesce
ad immaginare.

Dopo il matrimonio con Charles la vita coniugale prende il suo ritmo fatto
di rituali ripetitivi che annoiano rapidamente la giovane sposa. Le parole
"felicità" "amore" "ebbrezza" su cui aveva
sospirato e che le erano apparse belle nei romanzi letti in convento le
appaiono ora"ingannevoli e prive di senso?: Emma aspetta un avvenimento,
qualcosa che la distragga dalla monotonia insopportabile del matrimonio; non
suona più il pianoforte, diventa capricciosa, non mangia quasi più, beve aceto,
si inonda di colonia, deperisce. Il buon dottor Bovary, malgrado la cosa
gli procuri un danno economico decide di trasfrerirsi a Yonville, sicuro che il
cambiamento d'aria gioverà ad Emma che é incinta.

Emma mette al mondo una figlia, Berthe; qui ha una relazione platonica ma
emotivamente intensa col giovane Léon, praticante notaio, con il quale entriamo
nel vivo del tema centrale del libro: l'adulterio. Al capitolo terzo vi è il
racconto della nascita della figlia di Emma: questa non la guarda neppure,
"voltò la testa e svenne". La bambina chiamata Berthe come una
cameriera che Emma aveva incontrato al ballo, viene mandata a balia in una casa
povera fuori Yonville.
Nel visitare la figlia, Emma si imbatte un giorno in Leon che chiede di
accompagnarla; questa è più interessata al casto corteggiamento del bel giovane
che dalla presenza della neonata che la infastidisce. Emma si innamora di Léon
ma non osa confessarlo neppure a se stessa. Più si accorge di amarlo e più
respinge questo amore: è trattenuta dalla pigrizia e dalla paura, non certo
dalla lealtà nei confronti del marito. Indispettita dal fatto che Charles non
si accorge del supplizio a cui si sottopone nel non contraccambiare l'amore di
Leon, comincia a recitare la parte della moglie virtuosa, atteggiandosi a
martire rassegnata. Un ultimo tentativo di Emma di resistere alle lusinghe
dell'adulterio é la ricerca di colloquio con l'abate Bournisien: in questo
dialogo quasi teatrale si scontrano due mentalità opposte: il paganesimo, la
presunzione borghese, il ritualismo conformista di lei e l'umiltà contadina, il
buon senso, il cristianesimo sincero di lui. Emma torna a casa sconvolta e
l'autore ci fa assistere ad uno degli episodi pìiù penosi del romanzo: Emma
rifiuta il tentativo della piccola Berthe di abbracciare la madre che la
respinge brutalmente causandone la ferita ad una guancia. Flaubert ci mostra
che malgrado la recita nel cuore di Emma non vi é amore ma solo insofferenza ed
odio. Emma dunque non si concede a Lèon, detesta il marito e la figlia, per
consolarsi indulge in acquisti che soddisfano la sua vanità ed il gusto per
l'esotico che era lo stesso di cui si era nutrita in gioventù attraverso le
letture.

Emma, ormai pronta per l'adulterio si innamora di un play-boy di provincia,
Rodolphe, con il quale intraprende una tempestosa relazione: le parole
dell'uomo sono false e di cattivo gusto (voi siete nella mia anima come una
madonna sul piedistallo) ma Emma non si accorge della loro falsità: é come se
cadesse dentro uno dei romanzi d'amore di cui ha sognato di essere la
protagonista. Abbandonata da Rodolphe, spaventato dalla insana passione di
Emma, essa incontra casualmente a Rouen Léon. I due si vedono in chiesa, lei é
decisa a dirgli addio, ma nel consegnargli la lettera rimane sconvolta dalle
parole giuste che lui sa usare per far breccia nel suo cuore: anche Léon sa
usare lo sile del romanzo d'amore, ma anche il rapporto con lui termina
drammaticamente.

Sommersa dai debiti che ha contratto sempre pi per riempire il
vuoto profondo che ha dentro, avviata ad un progressivo degrado fisico e morale
sotto gli occhi impotenti ed inconsapevoli del marito, Emma, dopo aver chiesto
inutilmente aiuto ai suoi ex amanti, ed esauriti i tentativi di trovare soldi
si procura del veleno per topi immergendo le dita nel vaso di arsenico e
ingurgitandolo rapidamente. Crede di morire subito, invece la sua agonia sarà
lunghissima e terribile. Al capezzale della moribonda giunge il prete che unge
con l'olio santo le parti del corpo di Emma che più avevano colluso con il
peccato: la bocca, le mani, le narici, i piedi.



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