Ossi Di Seppia
(Eugenio Montale)
Raccolta di poesie dal sapore aspro ed indimenticabile, che lascia intravedere le linee della terra madre di Eugenio Montale, la Liguria, l'ovest ad arco dell'Italia del Ventesimo secolo, schiava di guerra e sangue.
Così ci si perde nei suoi affreschi letterari, nei getti di colore forte che squarciano l'animo e lo catapultano nel vortice antico delle emozioni.
Parole, semplici, legate a formare forme, che dimenticano il tempo che le ha viste nascere e diventano eterne nella memoria e nel cuore; musica che irrompe nel sentio della fragile anima del terrestre.
Un piccolo uomo, con gli occhi nel suo delta, nel golfo di Porto Venere, trafitto dal "male di vivere", che osserva ed assorbe il respiro dell' umanità intera e se ne fa portavoce.
Ogni elaborato ha vita a sè, ma è proprio nella totalità dell'opera, nell'unione forte, che la raccolta si erge a guida e specchio di un mondo alla deriva, perso negli effimeri desideri della carne, dettati dalla condizione umana stessa.
Non è difficile scorgere nelle poesie un richiamo geniale a qualche particolare, a volte un limone, a volte un fermacapelli d'osso, altre ancora il vento che soffia...a volte solo un sentimento sfuggente, che rimane sulla porta della casa dei doganieri e da lì ci parla, con prepotenza ed eleganza.
Questo è Eugenio Montale: un osso di seppia, quello che resta dopo aver tolto o perso il superfluo, scarno, spaventoso, imbarazzante a tratti, ma sempre unico e sorprendente.
Di fronte a lui, spesso, ci si dimentica di quanto può fare bene la menzogna. Essa diventa solo uno scarcinato strascico, una zavorra che si oppone al volo, quello limpido e sereno della verità, ad ogni costo, in ogni posto.
E così la vita davvero diventa quella "fiumana che non ha nè ripe nè sfocio/ e va per sempre,/ e sta- infinitamente".
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