Train Du Reve
(Francesca Mazzucato)
Train du reve di Francesca Mazzucato Giraldi Editore 2006 Lo ha hai scelto per la ruvidezza della copertina ed anche un po' perché il titolo ha assonanze cinematografiche. La grafica non ti dice granché, ma l'istinto ti persuade chei tra i tanti tesori racchiusi in libri che non leggiamo, questo proprio non te lo puoi perdere Lo inizi della pausa pranzo ed avviene il miracolo. È il tuo libro. In questo momento, è esattamente il libro che desiderarvi leggere. Ti pervade subito una sensazione di affinità e d'intesa. Dalle prime pagine sai già che avrà un posto nello scaffale stipato dei libri prediletti e sai che, in un modo o nell'altro riuscirà ad incastrarci anche quello. Il ritmo narrativo è cadenzato come quello di un treno interregionale, la prosa fluente.Lo spostamento d'aria dei treni in arrivo serve a spostare le parole inutili. E parole inutili non ce ne sono. Non ce ne sono di superflue. Nessuna forzatura Grande affabulatrice, Francesca Mazzucato ci fa viaggiare in compagnia di persone/ personaggi affascinanti e quasi surreali, presumibilmente inventati, ma sicuramente esistenti, solo non ancora incontrati. Mobic il venditore di tube, l'uomo che esercita la professione di creatore di atmosfere, lo sniffatoree di pianerottoli, l'uomo che non dorme mai, il suonatore di violino, l'imperiologo. Il mitico signor Nat, ispirato ristoratore di Sanremo, che, dopo aver chiuso il proprio locale in seguito alla perdita della moglie ed essersi ritirato a vivere a Savona, ogni notte indossa mantello, cappello e baffi finti e torna in incognito a Sanremo a far visita agli ex colleghi, cui lascia somme di denaro perché non venga mai rifiutato un buon pasto a chi non può pagare. Offre Nat. La giovane donna dai capelli blu che incide l'amore sulla propria carne, la splendida Miranda che dichiara candidamente di non essere una donna, ma è di una femminilità prorompente. Incontri che si affiancano, si sovrappongono, si raccontano a vicenda, scompartimenti in cui il tempo narrativo si dilata a contenere per ogni personaggio altrettante narrazioni. Possibilità di romanzi dentro al romanzo. nelle sei ore di un Milano-Ventimiglia il senso di un'unicità che ogni volta si rinnova. Nessun viaggio uguale all'altro e ad ogni viaggio la possibilità di un nuovo libro. Un ottimo testo a mio avviso, di quelli che libreria vorrei si vendessero a pile, di quelli, per chi conosce questo nuovo splendido modo di comunicare cultura, da " abbandonare " perché qualcuno lo trovi, lo legga e lo " abbandoni " a sua volta. Magari nella sala d'attesa di una stazione.
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