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Vincent Van Gogh
(orchidea)

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Van Gogh nasce a Groot-Zundert, un villaggio olandese, il 30 marzo 1853 da Theodorus Van Gogh, pastore protestante, e da Anna Cornelia: primo di sei fratelli, dopo la morte del primogenito della famiglia, che portava il suo stesso nome, e che morì alla nascita esattamente un anno prima di lui; Vincent ricorderà sempre la tomba dietro casa, su cui trovava iscritto il suo stesso nome. Vincent ha un' infanzia turbata, anche a causa dell'apprensione dei genitori, e la sua vita è un cammino di insuccessi esistenziali e sociali. Nel 1857 nasce il fratello Theodorus, chiamato Theo, che avrà una grande importanza nella sua vita.Durante la permanenza ad Arles che avviene uno degli episodi più controversi e drammatici della vita di Van Gogh. La notte del 23 dicembre il pittore, dopo un'aggressione ai danni di Gauguin (che fugge spaventato) si taglia la parte inferiore dell'orecchio sinistro, la incarta e la porta in un bordello per farne regalo ad una prostituta alla quale si era affezionato. Viene ricoverato in ospedale con la diagnosi di epilessia, alcolismo e schizofrenia. Dipinge il celebre Autoritratto con orecchio bendato.Da quel momento, Van Gogh avrà sempre più frequentemente crisi di allucinazione e sarà a più riprese ricoverato, anche spontaneamente, per malattie mentali in un ospedale nei pressi di Saint-Rémy-de-Provence. A questo periodo risalgono i dipinti Iris e Alberi di cipresso. Dopo l'ultima crisi si stabilisce nel maggio 1890 ad Auvers-sur-Olse. Qui conosce il medico-pittore che lo ha in cura, Paul Gachet e che ritrarrà in un quadro famosissimo. I quadri di questo periodo risentono di una profonda e lucida despressione. La sua sensibilità enorme, lo porta a rimanere ferito per ogni sguardo e commento, che le persone sanno da sempre tributare agli eccentrici. Addirittura in una delle lettere parla della derisione e del dileggio dei bambini quando passavano davanti alla sua casa.Quando si parla di Van Gogh, si parla anche della dicotomia genio-follia; indicando in quest'ultima il motore della pittura originale, unica dell'artista. Sono mille le ipotesi di malattia, tutte diagnosticate a posteriori: chi prende spunto dalla biografia, parla di un incrudelirsi della malattia venerea, o addirittura di una possibile ereditarietà dal padre di sifilide, oppure di schizofrenia, depressione,etc. Chi prende spunto dalla sua arte, vede nei suoi quadri spiraleggianti delle caratteristiche comuni a mille altri pazienti affetti da malattie degenerative del cervello, etc. Con i mezzi attuali, ogni supposizione è possibile, perciò nessuna è unica e veritiera. Ciò che è permesso dire, è che l'arte di Van Gogh è illuminante, e la sua figura, magra piccola e solitaria nella carne, si staglia in realtà gigantesca e poderosa nella storia dell'arte e dei sentimenti umani.



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