Resumo de Oceano Mare - Alessandro Baricco

Elisewin, una ragazza di sedici anni, parte pronta ad affrontare un viaggio nel mare che la possa far guarire dalla sua paura di sparire, da quella sensazione di estraneità che non la fa sentire nè viva nè morta, senza un destino.
Padre Pluche, suo accompagnatore, mandato dal padre di questa, il barone di Carewall, sciorina pensieri che vanno oltre la pudicità che dovrebbe tenere un prete, scrive un libro di preghiere folli che rasentano il delirio.
La bellissima Ann Deverià viene mandata dal marito lontano, al mare, per indurla a dimenticare il suo amante, l'uomo della sua vita.
Plasson, pittore di un successo che vuole ad ogni costo fuggire, è intento a dipingere dove inizia il mare usando pennello e acqua marina. Ma fuori della sua mente le sue opere non sono altro che decine e decine di tele completamente bianche.
Partleboom, scienziato dall'animo romantico, scrittore di lettere d'amore racchiuse in un baule in attesa di incontrare la donna della sua vita, è intento a scrivere l'Enciclopedia dei limiti in natura e a scoprire dove finisce il mare.
Adams nel mare, dopo un tremendo naufragio, ha scoperto la Verità assoluta e scura.
Poi vi è l'uomo misterioso della settima stanza; Dira, una bambina dalla lingua pungente nascosta dietro la reception; Dood sempre seduto sul davanzale a guardare il mare; Ditz, che regala sogni; Dol, che scorge le navi, gli occhi del mare.
Tutte queste vite, quei passati e quelle speranze per il futuro sono raccolte nella piccola locanda Almayer, una amena pensione gestita da bambini, in riva al mare, un mare che la inghiotte in una dimensione aspaziale, atemporale.
La riva che non è nè mare nè terra, senza confini.
Un Oceano mare sterminato, terribile, assassino, guaritore, protettore.
Un intreccio di storie intricato e caotico, che si dipana improvvisamente nelle ultime pagine del libro, lasciandoti di stucco: improvvisamente, dopo tanta nebbia, lo vedi, il mare, un milione di gocce che l'autore ha lasciato cadere una ad una. E ti accorgi che da tempo, con quel suo modo così originale, quegli spazi vuoti nel testo, quelle ripetizioni, quelle perifrasi infinite, Baricco te lo stava bisbigliando: cos'è veramente l'oceano-mare?

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