Una Solitudine Troppo Rumorosa
(Bohumil Hrabal)
Solitamente Bohumil Hrabal viene descritto come uno scrittore "anomalo". Ossia, un narratore popolare che affonda la sua narrazione in prospettive da intellettuale. E proprio questa sua particolaritá é ció che lo rende tanto affascinante. Questo romanzo é probabilmente uno dei suoi piú riusciti. Un sentimento di grigia ironia é costantemente bilanciata da un sentimento di drammaticitá per la miseria, e l'incapacitá di trovare un senso alla vita. La storia é quella di un operaio addetto al macero dei libri, nella Praga invasa dai nazisti. La vita impossibile, dovuta al clima paralizzante della paura, spinge il protagonista a trovare una "vita alternativa" nella lettura dei libri con cui ha a che fare tutto il giorno, quelli che lui pressa con la macchina a cui é adibito. Egli stesso si dichiara "erudito contro la sua volontá", perché é la necessitá che l´ha condotto a convivere coi libri, e infine ad amarli. Eppure il suo lavoro é quello di distruggerli, i libri. L'incontro e l'amicizia con una giovane zingarella apre una parentesi di vitalitá, nella vita del protagonista, ma questa parentesi viene chiusa tragicamente dalla scomparsa della zingarella, deportata dai nazisti in un campo di concentramento. A chiudere il romanzo, piú che il tragico gesto del protagonista, é la constatazione dell'irrazionalitá del mondo, di un mondo in cui l'essere umano ha toccato il fondo.
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