Altri Libertini Ancora, I Romanzi Di Tondelli
(Pier Vittorio Tondelli)
A più di vent?anni di distanza dalla pubblicazione del suo primo romanzo Altri libertini (1980), vale ancora oggi la pena ricordare, anche se con qualche breve appunto, la figura del più importante narratore italiano di questo fine secolo: Pier Vittorio Tondelli. Nonostante la breve parabola di vita (36 anni) e la produzione narrativa che consta di soli cinque romanzi: "Altri libertini" (1980), "Pao Pao" (1982), "Rimini" (1985), "Biglietti agli amici? (1986) e ?Camere separate? (1989); una commedia mai rappresentata in vita ?Dinner party? (1984) e due raccolte di articoli, piccoli saggi e racconti: ?Un weekend postmoderno? (1990) e ?L?abbandono? (pubblicato postumo nel 1993); nonostante tutto ciò Tondelli s?impone, nel panorama della letteratura, come una figura di grande rilievo, forse il primo italiano fra i narratori epici di livello europeo. La sua prosa, intrecciata e spezzata, misto di contraddizioni e di provocazioni, è legata da un sentimento poetico di grande levatura stilistica, la sua scrittura può turbare ancora oggi se non s?intuisce l?acutezza del personaggio e della sua scrittura trattata come materiale sonoro. <...> Tutta questa ritmica che batte, pulsa, si trasforma <...> come una ballata rock si stempererà nel corso della sua opera, quando l?esplosione narrativa cederà il passo alla vena intimistica di ?Camere separate?. Ma la scrittura spezzata rimane comunque un tratto distintivo dell?autore, almeno in questa prima prova narrativa, si veda il notevole attacco di ?Postoristoro?, il primo episodio di ?Altri libertini?, che s?inoltra in maniera segmentata all?interno dell?ambiente dove si svolge l?episodio, con tutto un susseguirsi di ?flash? che lentamente illuminano il limbo dove si ritrova la piccola umanità di sfigati: la Giusy, il Bibo, la Molly, il Johnny e tutta la fauna dei tossici ed emarginati della Bassa Reggiana: ?Sono giorni ormai che piove e fa freddo e la burrasca ghiacciata costringe le notti ai tavoli del Posto Ristoro, luce sciatta e livida, neon ammuffiti, odore di ferrovia, polvere gialla rossiccia che si deposita lenta sui vetri, sugli sgabelli e nell?aria di svacco pubblico, che respiriamo annoiati, maledetto inverno, davvero maledette notti alla stazione...? (?Postoristoro? in ?Altri libertini? 1980). Tondelli fu un alchimista della parola, ma soprattutto evocava delle atmosfere note a chi ha vissuto in quegli anni, tra la fine dei ?70 e l?inizio dei ?90 in luoghi accanto o dentro ciò che succedeva. Tondelli era l?espressione compiuta, nel mondo esclusivo della letteratura, di ciò che vivevamo noi frequentatori dell?era ?postmoderna?, il vero vate dei nostri ?weekend?. Tondelli condivideva con ciascuno di noi l?amore per gli stessi dischi, le stesse canzoni, gli stessi luoghi mitologici (il DAMS di Bologna, Londra, ma soprattutto la capitale del postmoderno: Berlino Ovest), le stesse atmosfere ?...il piacere estetizzante di ritrovare le situazioni della propria vita espresse con dolcezza, garbo e ironia, alle volte anche con rabbia o carica polemica...? (?Poesia e Rock? in ?Un weekend postmoderno? 1990). Tondelli rappresentava la possibilità realizzata, per ciascuno di noi, di accedere nel mondo della letteratura attraverso la porta principale senza piegarsi a nessun compromesso, anzi portandosi dietro tutta la mitologia e il carico eversivo della parola gridata. Come l?altro ?damsiano? Andrea Pazienza e la futura ?damsiana? Silvia Ballestra, che, senza volerne sminuire l?originalità <...> ha raccolto l?eredità di Tondelli, il quale ha sicuramente contribuito ad imporla nel mondo letterario <...> con il Progetto ?Under 25? <...> si può affermare che questo dipartimento sperimentale dell?università bolognese ha creato anche un punto di riferimento per ciò che è stato e ciò che sarà un certo ?sentire? della cultura italiana; ma forse anche questa è una casualità e s?inserisce in quella voglia di mitizzare personaggi e luoghi. Di fronte alla morte di Paz, nel giugno 1988, Tondelli era voluto uscire dal coro delle reprimende ?...contro quel po? d?ipocrisia beatificante che si è scatenata alla notizia della sua morte...? e ricordava invece il carattere solare del personaggio ?...la vitalità, il gusto della beffa e della provocazione...? perché Paz, bene o male, aveva assunto su di se? il mito dell?artista maledetto ?...e di una generazione che non ha mai, realmente, creduta a niente, se non nella propria dannazione...? (?Andrea Pazienza? in ?Un weekend postmoderno? 1990). Oggi a più di dieci anni anche dalla morte di Tondelli ci ritroviamo qui, superstiti di quel modo di pensare e di vivere, quelli che hanno visto, e non hanno scordato i ?...carri armati inviati a presidiare la cittadella universitaria...? (?Enrico Palandri? in ?Un weekend postmoderno 1990) a ripensarci e a rimettersi in gioco senza l?impellente bisogno di far carriera perché, come diceva Guccini, questa ?...è una morte un po? peggiore...?. Ma per concludere vorrei ancora usare le parole di Tondelli: ?...molti altri, vittime e interpreti di quegli anni, sono scomparsi <...> qualcuno ne è saltato fuori, qualcun altro no, e ha pagato carissimo...?
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