The Oxford Book Of American Short Stories
(AA.VV.)
"Che ironia" scrive Joyce Carol Oates nella sua introduzione a questa fantastica raccolta, "che in quest'epoca di veloce produzione di massa e di facile proliferazione di prodotti di consumo, la ricchezza e la diversità della letteratura americana sia così mal rappresentata nella maggior parte delle antologie." Perchè, chiede, se autori come Samuel Clemens, F. Scott Fitzgerald, Eudora Welty, Flannery O'Connor, Saul Bellow, e John Updike hanno scritto centinaia di storie brevi, i curatori delle antologie si limitano a ripresentare di continuo i soliti due o tre titoli per ogni autore? "Non è l'implicita promessa di una raccolta quella di presentare, o provare a farlo, qualcosa di nuovo, differente, inatteso?" Nell'Oxford Book of American Short Stories, Joyce Carol Oates offre un ampio campionario della novellistica americana, in una raccolta di 56 storie che mette insieme lavori più classici con "differenti, inattese" gemme, e che invita il lettore ad esplorare lo scrigno che racchiude importanti opere di donne e scrittori minori. Alcune selezioni semplicemente non possono essere migliorate, ammette la Oates, e giustamente include lavori già consacrati come "Rip Van Winkle" di Irving, "The Tell-Tale Heart" di Poe e "A Clean, Well-Lighted Place" di Hemingway. Ma accanto a questi classici, la Oates introduce storie poco note, come "Cannibalism in The Cars" di Mark Twain, storia che rivela il lato più scuro del suo umorismo ("Quel mattino avevamo Morgan dell'Alabama per colazione. Era uno degli uomini più buoni che mi sia mai capitato di sedermi a... un perfetto gentiluomo, ed eccezionalmente succoso"). Di Melville sono presenti le storie collegate "The Paradise of Bachelors and the Tartarus of Maids", di cui la Oates dice, " Solo Melville avrebbe potuto creare, da eventi "reali", un racconto così straziante e oniricamente allegorico". Di Flannery O'Connor troviamo "A Late Encounter With the Enemy" e di John Cheever, "The Death of Justina" uno dei suoi preferiti, anche se raramente presente nelle raccolte. Al lettore piacerà anche la grande varietà di auori qui presenti, da Charles W. Chesnutt, Jean Toomer, e Sarah Orne Jewett, a William Carlos Williams, Kate Chopin, e Zora Neale Hurston. Abbondano artisti contemporanei, inclusi Bharati Mukherjee e Amy Tan, Alice Adams e David Leavitt, Bobbie Ann Mason e Tim O'Brien, Louise Erdrich e John Edgar Wideman. La Oates scrive evocative introduzioni per ciascuno autore, mettendo assieme le informazioni biografiche con le proprie acute osservazioni sulla loro opera, più un lungo saggio introduttivo in cui offre il frutto di anni di riflessione su un genere in cui lei stessa è un maestro. Questo è quindi un libro pieno di sorprese, un ritratto affascinante della novellistica americana, visto attraverso la sensibilità di uno dei maggiori autori moderni.
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