John Steinbeck
(Al dio sconosciuto)
Un uomo e la sua gente vinti dall'impeto imprevedibile della natura. Continua la saga sugli americani diseredati di John Steinbeck, autore decisamente anticonformista e fuori da ogni standard di riferimento americano. Il "dio sconosciuto" è quella forza misteriosa che rende la terra feconda, corre nel vento ammassando le nubi, concede l?abbondanza per poi ridurla in carestia e vuole il suo altare bagnato di sangue. Joseph Wayne, il protagonista, è legato a queste forze, se le sente scorrere dentro e le percepisce nell?aria. Mentre il padre è in punto di morte, Joseph decide di vendere la sua fattoria nel Vermont e di rifarsi una vita in California. Sul suo nuovo possedimento pianta un albero in onore del padre, rispettando un'antica tradizione. I fratelli lo raggiungono insieme alle rispettive mogli e la sua fattoria prospera. Ma uno dei fratelli, disgustato dall'attaccamento di Joseph per l'albero, decide di abbatterlo. Le conseguenze di questo gesto saranno devastanti... Il terzo libro di Steinbeck è forse anche uno dei suoi più noti. Grande romanzo, con una dettagliata descrizione psicologica del carattere principale, il cui amore folle e travagliato per la terra è talmente forte da offuscarne la ragione. Al dio sconosciuto è un ottimo punto di partenza per quanti desiderassero accostarsi all?opera di questo autore. Di lui consiglio inoltre Furore, Uomini e topi e La corriera stravagante. Oltre ai romanzi di denuncia sociale (vedi i sunnominati, e in più Grappoli di odio, In incerta battaglia...), Steinbeck ne scrisse altri che rivelano una vena che oscilla tra il picaresco e il romantico. I più notevoli sono Pian Tortilla, nel quale le gesta di un gruppo di "paisanos" di Monterrey assumono sfumature dissacranti. Di topi e uomini, singolare e patetico racconto del complesso rapporto tra due braccianti, uno dei quali sfrutta e protegge l'altro, dotato di straordinaria forza fisica ma semplice e ingenuo. Vicolo Cannery, che celebra la gaiezza, l'irresponsabilità e la bontà d'animo di alcuni desperados. La traduzione italiana di Al dio sconosciuto (To a God Unknown) è di Eugenio Montale.
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