Libera Nos A Malo
(Luigi Meneghello)
Malo è un paesino nell'Alto Vicentino ed è da lì che proviene l'autore. E' un libro di ricordi (narratti con tono teneramente ironico) e di riflessioni sulla vita, sul lavoro. Dunque, si tratta di un romanzo solo in senso traslato. Il libro uscì nel 1963 in pieno ?miracolo economico?, ed è la prima delle opere di questo (tutt'altro che prolifico) autore. L'opera venne accolta dalla critica in modo entusiastico ed è ormai considerato un classico della letteratura contemporanea. Libera nos a Malo non sancisce solo il passaggio dalla cultura contadina a quella della società industriale, ma va ancora oltre, portando alla società europea. Di questi passaggi, Meneghello si ritrova ad essere testimone, narratore e coacervo vivente: da Malo, al liceo di Vicenza; poi all?Università di Padova dove si laurea in filosofia, per finire alla cattedra d?Italiano presso l?Università di Reading, in Inghilterra. Emblematiche dello spirito di Meneghello le ultime pagine del libro riservate alle "Note necessarie", perché il ?dialeto? è lingua parlata e non scritta, comprensiva dell?"Appendice I: Tavola delle morti più notevoli", tra le quali non posso non segnalarvi 1) Caduta e scoppio del cuoricino ? ne vanno soggetti i bambini dell?asilo e sono disturbi mortali e possono venir causati dal desiderio sregolato di un giocattolo, di mentine o da un dispiacere; 2) Caduta nel letamaio ? naturalmente non esistevano servizi igienici né, tanto meno, scarichi fognari. Tutto era risolto con il letamaio, ?sudicia porta dell?inferno? perché caderci dentro significava il più delle volte morire. ?Libera nos amaluamen?: preghiera adatta alla bisogna.
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