Gli Indifferenti
(Moravia)
Cinque persone, cinque situazioni, cinque comportamenti, un mare di fili corre fra le vite di ogni singolo componente del gruppetto, ma nessuno cerca di comprendere quale bisogna recidere o rinforzare. Tutti sono assaliti dalla noia, assillante, snervante, ma non uno pensa di scoprire le sue carte, di esaminarle alla luce del giorno per poi decidersi a compiere la mossa definitiva. No, tutti coprono i loro sentimenti, nessuno discute o cambia, ogni cosa rimane come è sempre stata:basta lottare, è più facile rassegnarsi. Così la virtuosa e dignitosissima Mariagrazia, la puerile e consenziente Carla, il tacito battagliero Michele, Leo, la vogliosa Lisa, lasciano la loro vita al vento, la vedono scorrere sotto le loro mani ma non l'afferrano, quasi non gli appartenga. I legami si sfibrano, si lacerano ed essi: nulla. Sono indifferenti agli altri ed a se stessi. Indifferenti, null'altro.Moravia descrive con estrema lucidità e realismo la scena, dandole però un volto a mio avviso volgare, gelido, scabroso, ma è pur sempre una realtà ancor oggi purtroppo ricorrentemente riportata fra le pagine della cronaca nera. Penso che il punto di forza del libro consista proprio in questa verità così nuda e cruda, senza nessuna finezza o romanticheria. C'è, esiste, occorre che la gente la conosca, l'apprenda. L'opera fu scritta nel 1929, un'epoca fortemente segnata dalla crisi: Wall Street cede e sulla sua scia si sgretolano tutte le altre banche ed economie nazionali, il popolo insorge, ha fame, è tenuto in pugno allo stomaco dal bisogno, di tutto. In risposta a questo avviso di garanzia di prossime rivoluzioni nascono i grandi governi d'ispirazione nazi-fascista( abbiamo Franco in Spagna, Mussolini in Italia, il Fhurer in Germania, Tito nella penisola Balcanica) ed in contrapposizione si rinforzano le democrazie e le politiche rosse. E' un clima di tensione, di diffidenza, ove il popolo non sa, non è informato, è un automa, deve solo lavorare, e soffrire. Ci si rende conto della falsità in cui si vive, quindi è meglio lasciarsi andare, non provare neppure ad alzare un dito contro quel mondo ignorante. ci si crogiola in questo disinteressamento, basta ostentare il fasto, la lussuria, si è nobili d'altronde.Il ritratto rude, rozzo del tanto bramato atto sessuale dipinge anche la realtà dell'epoca, di un'Italia da una parte piena di buoni propositi, di se, dall'altra ingenua, sottomessa immediatamente al comandante di turno.Questo libro è quindi di denuncia di fatti che accadevano, ed ancora succedono, d'insegnamento per coloro che sanno leggerlo ed interpretarlo.
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