Il Processo
(Franz Kafka)
Molti anni fa, mi trovavo in un paese straniero a casa della Nonna italiana. Persona di grande e vasta cultura, aveva insegnato lettere prima di trasferirsi nel nuovo paese. Qui non avendo molto da fare aveva riordinato i suoi libri e quelli del marito, in una biblioteca senza lettori. Il figlio occupato i nipoti gia' non parlavano la lingua. Il mio arrivo fu fonte di gioia per la vecchia professoressa e nonna, cominciammo cosi' a visitare la biblioteca e la Nonna mi raccontava la storia del libro, il contenuto, ma anche la storia del libro come oggetto d'amore e di venerazione. Presi alcuni libri in prestito, ma quella sera per una sorte del destino mi addormentai, al mio rivesglio la televisione raccontava una storia angosciosa e terribile che non riuscii ad interrompere, vidi tutto il film fino all'esecuzione del condannato. L'indomani cercai di capire cosa avevo visto con la Nonna e risalimmo al titolo del film "il processo" tratto dal libro di Franz Kafka. Ovviamente la Nonna conosceva bene la storia e il libro, e me lo presto' volentieri. Lessi il romanzo d'un fiato, era la storia che avevo visto in parte alla TV,ma l'angoscia, l'assurdo erano molto piu' profonde. Questo e' il modo in cui ho conosciuto Kafka, al di fuori della scuola, in modo casuale e profondo. Posso dire oggi di essere un esperto di "cose" di Kafka. Conosco il personaggio fragile, il figlio di un padre volitivo e forte,lo scrittore preciso e pedante insoddisfatto delle sue opere che voleva distruggere. Il malato posseduto dalla tubercolosi, l'innamorato delicato e disperato. Il Processo e' il racconto della vita d'un uomo comune, per bene la cui condizione viene trasformata da una colpa indefinita. Ma la colpa in se non e' di grande importanza, come si deve comportare un'accusato, puo' difendersi, puo' cercare protetori? L'uomo vive in un mondo assurdo del quale e' impossibile fare parte, partecipare, e' impossibile difendersi. Kafka fa parte di un mondo che gia' conosce e discute le teorie di Freud, e nello stesso periodo le teorie di Carlo Marx. Come loro e' ebreo laico o assimilato,non vive il nazzismo ma si trova in una societa' dalla quale nascera' quella cultura antisemita totalitaria. La sensibilita' di Kafka percepisce questi stimoli e il lettore accorto potra' percepire l'assurdo generato in quel periodo, il fastidio e nel contempo il senso di colpa di non riuscire a liberarsi.
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