Il Nome Della Rosa
(Umberto Eco)
Con la passione per quello che riguarda il medioevo,e il desiderio di veri misteri, ho preso in prestito dalla biblioteca locale Il Nome della Rosa di Umberto Eco. Le descrizioni delle scene e l'accuratezza delle immagini descritte da Eco mi hanno permesso di abbandonare il 2005 per trovarmi nel 1327. Potevo percepire l'odore della muffa sui vecchi muri, sentirne l'umidità sulla pelle. Il centro della storia non è nuovo per i fanatici del genere. Grossi accadimenti, folla delle grandi occasioni, un assasino con un sinistro piano in mente e un affabile detective incline al dramma. Mentra i funzionari della Chiesa si incontrano all'Abbazia Benedettina per discutere la salvezza della chiesa dai demoni della corruzione, strani eventi si manifestano. Dagli affogamenti, alle pire ad altri metodi basilari di omicioni, uno ad uno i frati e i visitatori cominciano a sparire. Potrebbe essere opera dello stesso diavolo? Puo' la verità essere solo nelle mani dell'inquisizione? Ecco farsi strada il frate Guglielmo da Baskerville e il suo pavido ma fedele assistente Adso. Con uno stile investigativo alla Sherlock Holmes, Guglielno e Adso rincorrono la verità, difendendo gli accusati. Fra' Guglielmo non solo è un fantastico investigatore, e anche quello che io chiamo un ribelle! Scontrarsi contro l'Inquisizione per scoprire il colpevole e risolvere un mistero che aleggia attorno ai segreti di una biblioteca benedettina del quattordicesimo secolo. La recensione inizia nella mia biblioteca e finisce nella biblioteca creata da Eco. Un cerchio perfetto, come ha creato Eco ne Il Nome della Rosa.
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