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Sette Contro Tebe
(Aeschylus)

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Con i Sette contro Tebe si indica l'attacco portato contro la città da un gruppo di sette personaggi, che elenco qui sotto. Essi aiutano Polinice a riprendere il trono Tebe. Polinice è il fratello di Eteocle, l'attuale re di Tebe. Io ho visto questa rappresentazione recentemente in Italia, sul cimitero germanico della Futa, eseguita da una compagnia che riporta tutto questo alla protesta contro la guerra ed al ricordo della Shoa. La rappresentazione che ho visto io è stata molto modernizzata rispetoo alle classiche rappresentazioni greche, ma è stata comunuqe molto interessante e ben fatta. Lo scenario in cui è stat rappresentata era favoloso e si adattava perfettamente alla tragedia.
La spedizione avventurosa è così composta :

Adrasto, re di Argo
Polinice, pretendente al trono di Tebe
Tideo, principe di Calidone
Capaneo,
Ippomedonte,
Partenopeo,
Anfiarao, indovino di Argo
Inizialmente Anfiarao cerca di dissuadere Adrasto, in quanto sapeva che il tentativo era destinato al fallimento, ma non ci riesce. All'inizio dell'opera c'è una lunga introduzione tra il Coro e Eteocle . Sostanzialmente l'attuale re cerca di convincere la popolazione a non avere paura e dice alle supplicanti di non piangere troppo perchè ciò distrarrebbe gli eroi che difendono la città.

Tutte le sette porte di Tebe sono prese di assalto, e ad ognuna di esse il re mette un eroe per difenderla.
Capaneo si lanciò contro la porta Elettra, difesa da Polifonte. Si vantò dicendo che nemmeno Zeus in persona avrebbe potuto impedirgli di prenderla. Irritato, il dio lo ridusse in cenere con un fulmine.
Tideo cadde sotto i colpi di Melanippo che difendeva la porta di Preto, sembrava morto.
Atena avrebbe voluto portargli aiuto, ma Anfiarao, che l'odiava, prevedendo la mossa di Atena, con colpo di spada tagliò la testa di Melanippo e la gettò a Tideo. Questi, assetato di sangue, divorò il cervello di Melanippo. La dea Atena, disgustata, lo lasciò morire. Quindi Anfiarao ritornò alla sua porta, Omoloide, difesa da Lastene.
Le altre porte erano difese da Megareo, Iperbio, Attore. La settima e ultima porta era difesa direttamente da Eteocle, in quanto assegnata da Adrasto a Polinice.
Polinice propose ad Eteocle di porre fine alla battaglia con un duello fra loro due. Il fratello accettò, ma l'esito fu fatale ad entrambi. I due fratelli si uccisero a vicenda, portando a compimento la maledizione del padre.
La sorte della città di Tebe era ormai in mano all'ultimo membro della casa reale: Creonte, fratello di Giocasta.
Creonte ridiede coraggio ai tebani, che respinsero gli assalitori al di fuori delle mura della città.
Adrasto fuggì sul suo cavallo magico Arione. Anfiarao, felice di lasciare il campo di battaglia, stava per perire sotto le frecce tebane, ma fu salvato da Zeus. Riconoscendo in lui un uomo di valore, gli aprì la terra sotto i piedi. Anfiarao sprofondò nella terra ed andò a regnare fra le ombre: il luogo che lo aveva inghiottito divenne sede di un santuario.
Ma le sventure di Tebe non sono finite. Creonte decide che il corpo di Polinice deve restare senza sepoltura, in quanto aveva disonorato la sua patria. Antigone, sorella di Polinice, ignorò gli ordini e compì i riti funebri per il fratello. Bene, questa è la fine della tragedia, che in realtà parte dalla precedente tragedia di Eschilo, l'Edipo Re. che però è andata perduta, ne abbiamo solo la versione composta da Sofocle. Come sempre nella tragedia greca, le colpre dei padri ricadono sui figli. Bobostante che tutto ciò sia lontano dal gusto moderno, consiglio questa tragedia a chiunque sia interessato ad indagare l'eterno mito della guerra e della lotta per il potere.



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