Resumo de Santa Marìa Dei Fiori Neri - Hernàn Rivera Latelier

Santa Marìa dei fiori neri
Di Hernàn Rivera Latelier

E? la ricostruzione, molto verosimile, ancorché romanzata, di un evento terribile accaduto in Cile agli inizi del secolo XX, esattamente il 21 dicembre 1907: una strage di scioperanti delle miniere di salnitro, scesi in massa, dal deserto di Atacama, nel porto di Iquique.
I personaggi, gli stessi tipi umani del romanzo ?La regina cantava rancheras? (vds abstract), uomini duri ma semplici, ridotti alla fame dalle compagnie americane e tedesche del salnitro, attraversano il deserto a piedi, con donne e bambini, in una marcia epica e tragica.
Dai vari ?stabilimenti?, in dodicimila si riversano nella città e, nonostante la compostezza con cui espongono le loro rivendicazioni, i loro numero spaventa gli industriali e le autorità. Inoltre, quelli sono ancora i tempi in cui agli operai non vengono riconosciuti diritti fondamentali; industriali e autorità non fanno differenza tra scioperanti e rivoltosi, tra gente che reclama condizioni di vita e di lavoro più umane e pericolosi sovversivi. Così, il governo decide di reprimere le agitazioni e di sedare il tumulto usando le truppe e queste, ricevuto l?ordine di sparare dal generale-macellaio Roberto Silva Renard, usano le mitragliatrici contro la massa degli scioperanti, donne e bambini compresi, facendone strage.
Perché il titolo? Santa Maria è la scuola in cui le autorità di Iquique alloggiano gran parte degli scioperanti e i fiori neri sono gli stessi operai, definiti appunto ?i fiori neri del deserto? da un cantore cieco che, come Omero, accompagna gli eventi con i suoi versi, come se fosse la voce del coro di una tragedia greca. Ed è proprio davanti alla scuola, nella piazza antistante, che i soldati ammassano i ?pamperos? come animali da macello, sparando poi nel mucchio.
La storia ha anche altri protagonisti, non solo generali assassini e una massa indifferenziata di uomini, donne e bambini, che muoiono crivellati dai proiettili della mitraglia: sono gli operai dello stabilimento San Lorenzo, uno dei tanti disseminati nel deserto di Atacama, gli stessi che compiono l?impresa della traversata della pampa, a piedi, sotto un sole feroce, con poche provviste, poca acqua, ma tante speranze. Il taciturno Olegario Santana, che non si separa mai dal cappotto nero che lo fa assomigliare alla coppia di avvoltoi che ha allevato e che si sono stabiliti sul tetto della sua casa. Domingo Domìnguez e Josè Pintor, personaggi picareschi, bevitori e donnaioli, ma anche politicizzati come degli esperti sindacalisti. E Idilio Montaño, un giovane attrezzista che s?innamora perdutamente di Liria Maria, figlia adolescente di una vedova, Gregoria Becerra. Tra i due giovani esplode una storia d?amore così tenera, così appassionata, e altrettanto amorevolmente descritta, da dar luogo alle pagine tra le più belle della letteratura mondiale.
Sia questa, che l?appena accennata, e non conclusa, storia d?amore tra il rustico Olegario e la battagliera Gregoria, fanno da contrappeso al crudo frangente della strage, all?insensibilità colpevole dei governanti e alla spocchiosa superbia dei ?gringos?, padroni e colonizzatori senza scrupoli.Può apparire poco credibile la netta contrapposizione tra buoni e cattivi cui Hernàn Rivera Latelier ricorre per esaltare la ?buona causa? degli scioperanti e ingenua e primitiva la sua penna quando usa in modo davvero spregiudicato i tempi dei verbi (per rendere attuale un?azione passata affinché non si dimentichi), fino alla personale partecipazione agli eventi, descritti in prima persona, espediente letterario che tende a dimostrare il coinvolgimento emotivo totale nelle vicende narrate. Ma non possiamo non amare i suoi personaggi dolenti, e non sentirci, nel nostro ruolo di bianchi e di colonizzatori, anche un poco responsabili di quello e di tanto altro sangue innocente immolato sull?altare dello sfruttamento e del profitto.

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