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Ragazzi Senza
(Melita Cavallo)

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Non c?è una criminalità minorile perché non si è in grado di scegliere quando si è minori. Evidentemente in famiglia avrà avuto esempi negativi e un sistema scolastico non ti ha aiutato a risolvere il problema. C?è una criminalità adulta e dei minorenni che vengono fagocitati dalla criminalità.
Questo in sintesi il tema sviluppato in ?Ragazzi senza? l?ultimo libro della giudice minorile Melita Cavallo che ha presentato a decine di insegnanti, operatori del sociale e cittadini.
La giudice Cavallo ha continuato a spiegare la sua tesi dicendo: Non si nasce delinquenti, si diventa e non da un giorno all?altro. Una serie di segnali che i ragazzi lo preannunciano e devono essere decodificati. Segnali che se non vengono decifrati in tempo si trasformano in devianza. Si diventa criminali perché non si è avuto dei modelli, delle opportunità.
Durante l?incontro la giudice Cavallo, ha voluto sottolineare che il contesto gioca un ruolo determinate come la famiglia e la scuola. Il contesto di appartenenza, famiglia, quartiere, gruppo. La prevenzione resta l?arma giusta. E? la scelta più giusta anche perché entro alcuni anni darà i suoi risultati.
Secondo la giudice Cavallo bisogna stare attenti a catalogare la ?diversità? etichettata come non normale può essere perdita del contatto con la realtà che sta attorno ad un minore. Quindi la possibilità di trasformare un comportamento ?diverso? in devianza perché non accettato dalla comunità di appartenenza.
Riguardo al fallimento della famiglia e della scuola la giudice cavallo ha detto che attualmente c?è disgregazione della famiglia con la scomparsa di una figura genitoriale, l?assenza in casa dando attenzione, più di prima alle cose materiali e non di quelle che realmente i figli hanno bisogno che è soprattutto la relazione, l?interesse. La scuola come sistema non è attrezzata. Non u problema degli insegnanti. Le classi dovrebbero formarsi con pochi alunni, creare interessi didattici nel tempo prolungato, elevare l?obbligo scolastico non ha senso se non ci sono le condizioni. La scuola deve professionalizzarsi per dare risposte diverse a seconda della condizione. L?insegnante da solo non può fare nulla deve creare un sistema integrato tra diverse figure: insegnante, assistente sociale, psicologo.
Solo creando questa rete si potranno avere dei risultati concreti. Infine riguardo alle misure restrittive nei confronti dei minori, la giudice che è anche presidente della Commissione per le adozioni internazionali, è stata molto chiara: Il carcere non aiuta nessuno, perché si arriva tardi, i processi si prolungano per anni e quindi il carcere non ha senso più farlo. Le punizioni hanno senso se sono vicini al fatto commesso.



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