Nineteen Eighty-four
(Orwell, George)
Capace di predire il futuro con oltre cinquanta anni di anticipo, Orwell è a tutti gli effetti il vero precursore dei nostri tempi, capace d?intuire lo sterminato potere dei mass media quando il televisore era ancora un? idea traballante e di pronosticarne i devastanti effetti senza rendersi conto di come le sue supposizioni si sarebbero rivelate drammaticamente veritiere. Scritto in forma di romanzo, quel che originariamente avrebbe dovuto chiamarsi ?L?ultimo uomo in Europa?, è in realtà una spietata denuncia alle società di regime che imbrigliano con la propaganda le libertà individuale, annientando le coscienze e imponendo un solo credo. 1984 è infatti geniale nel suo modo di rappresentare la società in cui si svolge la vicenda, descrivendo la dissoluzioni delle ideologie politiche che ormai si limitano, di volta in volta, a catalogare il mondo in alleati e antagonisti senza una giustificazione, riscrivendo a piacimento la storia in base alle necessità del momento, istituendo ministeri per la revisione della lingua di modo da impoverirla, comprimendola in termine meticci, freddi e incapaci di trasmettere emozioni. Il futuro che qui viene raccontato è in effetti spinto all?eccesso, un?iperbole delle società occidentali moderne, ma che altresì ne contiene tutti gli elementi. Scritto a breve distanza dalla caduta del regime nazista e durante ?gli anni d?oro? del colosso sovietico, Orwell ebbe come unico spunto di partenza la figura di questi grandi dittatori, tiranni che spadroneggiavano a loro piacimento in quegli anni bui, ma questo gli fu sufficiente per immaginare come, con l?uso delle future tecnologie, essi avrebbero potuto estendere in maniera capillare il loro credo, divenendo una presenza fissa in ogni casa, un compagno determinato a non abbandonarci nemmeno quando camminiamo in strada o entriamo in un bar.
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