Doveri Dell?uomo
(Giuseppe Mazzini)
E? trascorso circa un secolo e mezzo dalla stesura definitiva dei ?Doveri dell?Uomo?. Ancora l?Italia non esisteva come nazione, se non nella mente e negli scritti di rivoluzionari come Giuseppe Mazzini. Iniziato nel 1841 e pubblicato in forma definitiva solo nel 1860 (poco dopo lo sbarco dei Mille), è un libro di poco più di cento pagine dense e ispirate. Il pensatore genovese le dedica all?emancipazione degli operai italiani ed ogni rigo scritto è il precipitato degli anni di studi, di viaggi, di fughe e di lotte vissute in prima persona dall?autore. E? un condensato che lascia ad altri il gusto dell?analisi raffinata; questo libro in particolare appare piuttosto come una catechesi rivolta direttamente ai destinatari degli sforzi maggiori di Mazzini, i lavoratori appunto. E? lecito pensare che un?edizione del 2005 non aggiunga nulla di nuovo ad un?opera che ha avuto più di cento edizioni in tutto il mondo, il cui autore ha influenzato i politici e gli intellettuali di molti Paesi, a partire dai popoli che lottavano per l?indipendenza. Eppure è occasione per riscoprirne l?eventuale attualità e le radici di un?identità culturale che Mazzini ha voluto contribuire a costruire: l?Italia come nazione. Se questa è la parte più nota, molto più interessante è la ricerca costante da parte sua di una via originale, di un pensiero libero che possa ottemperare all?obiettivo da lui stesso definito come ?progresso indefinito? dell?Uomo. In tempi a noi più vicini, sarebbe stato definito un teorico della ?terza via?, di una rivoluzione pacifica. Sia il materialismo ateo che il ?machiavellismo? sono visti come mali della sua epoca e come tali criticati. Non si nasconde dietro etichette già note, alla dichiarazione iniziale ?di cercare nel mio simile l?uomo? senza alcuna distinzione corrisponde un?assunzione di responsabilità da parte dell?autore molto alta (ne sia dimostrazione la sua biografia). L?emancipazione dei popoli e dei lavoratori passa attraverso la loro assunzione di responsabilità altrettanto netta, che traccia Mazzini con questo libro. Non parla infatti di diritti ma di doveri che ogni uomo e donna deve esercitare verso l?Umanità, la Patria, la Famiglia e se stessi. Da questi doveri nasceranno i diritti. E? una rivoluzione non solo pacifica, ma anche ascetica, in cui Dio e la sua Legge sono motori potenti e invisibili. ?Dio esiste perché noi esistiamo? diventa il fondamento di una religione umanista grazie alla quale l?uomo si autorealizza. Mazzini crede in un ?Dio Padre, Intelletto e Amore, Creatore ed Educatore dell?Umanità?. Ma nel libro non viene indicata una teologia da conquistare, piuttosto Mazzini fornisce precetti per la costruzione di una nuova società. ?Siamo nati nel bene? ma questo bene deve essere realizzato attraverso sacrificio e abnegazione, con l?educazione e con la moralizzazione dei costumi a livello individuale. Mentre la società deve fondarsi sulla ?libera associazione? senza per questo eliminare la proprietà privata: appunto la terza via tra comunismo e liberismo. Tra riferimenti alla sua attualità e slanci ottimistici verso il futuro, le analisi puntuali di Mazzini aprono finestre sulla nostra attualità. Ad esempio i rapporti tra le nazioni e le loro economie vengono descritti con parole che molto si avvicinano ai saggi e agli articoli dedicati alla globalizzazione; in modo semplice e diretto analizza come ?nessun popolo vive in oggi esclusivamente dei propri prodotti. Voi vivete di cambi, d?importazioni e d?esportazioni.? La lingua italiana di Mazzini parla con forza e semplicità, non esita a ripetere un medesimo concetto in diverse forme. Ai nostri occhi di lettori posteri, la musicalità delle costruzioni pur antica ne rafforza il messaggio e rende la lettura un viaggio in un altro tempo e in un?epoca in cui la sostanza delle idee veniva misurata dalla fermezza, dall?impegno e dalla trasparenza dell?uomo che le propugnava
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