La Coscienza Di Zeno
(Italo Svevo)
Perché leggere La coscienza di Zeno? Forse perché è uno dei romanzi italiani più importanti del novecento? Anche. Ma, soprattutto, perché è un romanzo, si oserebbe dire, diverso. Mai infatti si era assistito nella storia della letteratura italiana, prima del personaggio di Zeno, ad una analisi introspettiva talmente profonda, inedita, e a volte cattiva perché tremendamente reale. L?influenza di Freud si fa sentire, seppure Svevo, della teoria psicoanalitica, è acerrimo nemico. È però innegabile che lo scrittore triestino attinga alla psicanalisi, e il lettore si siede comodo di fronte a Zeno, sdraiato su un lettino immaginario a raccontare le sue disavventure. Le sue ultime sigarette, la morte del padre, gli amori per le figlie del suo capo, il matrimonio con Augusta, i tradimenti con l?amante Carla, il rapporto di odio-amore con Guido, il marito di Ada, della quale era innamorato prima di sposare Augusta. Il tutto senza seguire un mero ordine cronologico, ma seguendo liberamente tutti i ricordi di Zeno, che scorrono velocemente, e non risparmiano nessuno. Zeno ostenta la sua goffaggine, la sua insicurezza, la sua debolezza nei confronti degli altri. Ma sono, questi suoi pensieri, questi suoi comportamenti, inattendibili, se è vero che alla fine, le avventure che caratterizzano la sua intensa vita, spesso danneggiano gli altri, e non egli stesso. Fino alla fine del romanzo ogni parola del protagonista risulta inverosimile. Il dubbio sulla veridicità delle sue affermazioni, e di alcuni suoi comportamenti, persiste in ogni pagina e accompagna il lettore, che riconoscerà in questa inattendibilità, una caratteristica propria di ogni essere umano. Il libro non si legge certo d?un fiato, ma chi lo reputa pesante, è chi, semplicemente, non ha molta voglia di leggere. Non sapendo in quale grave errore cade.
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