Resumo de Jack Frusciante È Uscito Dal Gruppo

Jack frusciante è uscito dal gruppo è uno di quei romanzi di formazione che, volente o nolente, diventa nel giro di poco tempo il libro simbolo di una generazione. Siccome guarda caso faccio anche io parte di questa generazione, confesso in tutta onestà che state per leggere una recensione simpaticamente partigiana.
Partiamo dalla storia. Enrico Brizzi ci narra le vicende di Alex, un tardoadolescente che altri non è che l?alter ego dello scrittore stesso. La linea narrativa principale ci mostra la strana storia d?amore tra Alex e Aidi, una coetanea del ragazzo; è una storia molto intima, o meglio intimista, addirittura platonica, senza sesso e baci. Lo sfondo di questa semplice storia è quello che fornisce la marcia in più all?intero romanzo: Brizzi ci trasporta nella Bologna dei primi anni ?90, tra corse in vespa, amici scapestrati e punk, buona musica, scuola, famiglia e tutto il resto.
Le armi dello scrittore bolognese sono essenzialmente due. La prima è la capacità enorme di trasporre sulla pagina il parlato gergale degli adolescenti di quegli anni, non evitando, ma anzi esaltando i neologismi, costruendo pagina dopo pagina uno stile nuovissimo, fresco, che sfocia in un interessantissimo sperimentalismo linguistico. La seconda è l?aderenza perfetta delle tematiche e delle vicende, a quelle del pubblico di giovanissimi a cui si rivolge con questo libro. Alex diventa ben presto nell?immaginario degli adolescenti dell?epoca non semplicemente un ragazzo degli anni ?90, ma IL ragazzo degli anni ?90.
Il romanzo viene apprezzato anche dalla critica più o meno ufficiale, perché non è mai volgare, perché, come abbiamo detto, è molto interessante dal punto di vista linguistico e stilistico, e perché si propone come un buon romanzo di formazione, in cui Alex, come una sorta di moderno giovane Werther, diventa il vessillo di una generazione, una generazione che da questo efficace affresco esce dipinta con caratteristiche realistiche e interessanti: abituata a subire passivamente le cose, a stare immobile ad aspettare.
Con i romanzi successivi Brizzi ha cercato di rinnovarsi gradatamente, nello stile come nei temi trattati. I risultati sono stati alterni ma nel complesso direi buoni. Segnalo su tutti il secondo romanzo Bastogne, interessante incursione dello scrittore nel mondo del pulp, mondo in cui peraltro egli dimostra di trovarsi a proprio agio, e soprattutto Tre ragazzi immaginari, in cui Enrico saluta, per così dire, i lettori di Jack Frusciante, rivelando loro che il vecchio Alex, come lo chiama lui, ormai è definitivamente cresciuto.

VOTO: 9
Samuele Bovini

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