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1984
(George Orwell)

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Winston Smith vive in Oceania, il superstato con capitale Londra, nellaquale la società è governata secondo i principi del Socing (ilSocialismo Inglese) dal Grande Fratello, un?entità astratta che guida,scruta, decide la vita o la morte dei suoi adepti. Certo, il termine?vivere? sembra davvero esagerato: Winston si trascina spendendo quelche resta della sua esistenza nel vago tentativo di ricordare unpassato diverso dal presente che lo circonda: incantato alla vista diun fermacarte di vetro, trova rifugio nelle sue frammentatereminiscenze, nella speranza di riuscire per qualche istante adimenticare il vuoto che lo attornia. La sua mente si trasforma così inun eremo, l?ultimo luogo nel quale conservare la propria condizione diessere umano, lontano anni luce dalla guerra perenne, dal culto di uncapo semidivino, dalla negazione della realtà, da una dottrina chepersegue la disuguaglianza perenne tra gli uomini, dal continuorimodellamento della coscienza, dal freddo linguaggio della neolingua,dalla mancanza di sentimenti che non siano di disprezzo e odio per inemici del il Partito, che il Grande Fratello propugna. Perché Winston,nonostante tutto, riesce ancora a sperare; sperare in un futurodiverso, in una ribellione che riesca a scardinare il clima di terroree apatia che colpisce i suoi vicini e i suoi colleghi. Ma le buoneintenzioni non bastano e quando l?unica arma a disposizione sembraessere l?orgoglio del dire ?non avranno la mia mente, la miapersonalità?, sfuggire ai diktat dello sguardo onnipresente del GrandeFratello, che anche solo per una parola pronunciata nel sonno o unasmorfia inusuale può uccidere, è quasi una missione inattuabile. Tuttii sentimenti di rivalsa si fermano tra le righe di un diario,prigionieri della carta, cristallizzati dalla paura delle terribiliviolenze che uno psicoreato comporrebbe. In un clima tanto desolatoanche l?amore, o il presunto sentimento per una donna, sarà qualcosa disterile, vincolato a un mondo di sogni privo di spessore: non c?èdialogo, non c?è comprensione ma solo una fisicità fine a se stessa,un?egoistica ricerca del piacere. Ecco allora sgretolarsi d?improvvisotutte le certezze sino ad allora cullate con infinita cura: Winstoncapisce di essere l? ?ultimo uomo in Europa? (questo il titolo chel?autore avrebbe preferito), comprendere la vacuità delle sue speranze,la cronica solitudine della sua esistenza, la pochezza della sua vitaappesa a un sottile filo logorato dagli anni, dal Gin Vittoria e dalricordo del sacrificio della madre. Privato di qualsiasi passione e diqualsivoglia scopo, dopo indicibili sofferenze, anche Winston siconvincerà che 2 + 2 = 5.Il libro di George Orwell (vero nome: Eric Arthur Blair), 1984, è untesto molto avvincente, scritto con un linguaggio semplice e immediatoche offre più spazio alla psiche del protagonista che alle descrizionidel paesaggio che lo circonda; un universo catastrofico, una proiezionesul futuro che l?autore dipinge con una fantasia impregnata diinquietante drammaticità che propone la dolorosa vicenda delladegenerazione di un destino individuale. Un libro che è anche unmonito, un avvertimento per un domani che potrebbe essere non troppolontano (il titolo dell?opera è dovuto a una semplice inversione dellecifre finali della data di composizione, il 1948). Un classico modernoassolutamente da possedere nella propria biblioteca.



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