Il Codice Da Vinci
(Dan Brown)
Il Codice Da Vinci è un caso unico. Un libro che ha ricevuto apprezzamenti, lodi ed entusiasmi, ma anche critiche, rancori e disprezzo.
Un romanzo che fa pensare, che fuoriesce dai canoni standardizzati della finzione per calarsi, almeno in parte, nella realtà.
E il confine tra il reale e ciò che non lo è, è labile, non sempre riconoscibile. Questo lo rende un capolavoro, e ne fa parlare cosi tanto, tanto da crearne sopra un film.
Lo scenario è quello del Louvre, il celebre museo parigino, apparentemente tranquillo, ma luogo centrale delle storia, per un omicidio, per i misteri che cela, per un sorriso non svelato.. La Gioconda ci sorride.
Robert Langdom, famoso studioso di simbologia, viene chiamato per decifrare dei simboli che appaiono, insieme al suo nome, sul luogo del delitto, dove il vecchio curatore del museo è appena stato ucciso.
Anche Sophie Neveu, nipote della vittima e agente del reparto crittologia, arriva sul luogo delitto.
Non parlava col nonno da molto tempo, ma capì subito dalle scritte lasciate, dal ?Codice?, che il nonno stava cercando di dirle qualcosa, un?ultima cosa?
Comincia così una fuga verso la verità, una ricerca piena di misteri per decifrare quel Codice, un codice che contiene un segreto custodito negli anni, forse nei secoli.
Una storia attraverso la storia e i personaggi che l?hanno vissuta, una reintepretazione della stessa che lascia il lettore attento allibito nell?acquisizione di nuove conoscenze che mai avrebbe trovato in un libro d?arte, una serie di conoscenze che ha trovato la Chiesa come ferma oppositrice al romanzo ma che, nonostante questo, sono riuscite a oltrepassare le resistenze di questa importante istituzione.
Un libro profondo, un romanzo da leggere tutto d?un fiato, e un finale degno di un set cinematografico per la bellezza delle immagini che evoca.
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