Resumo de Una Donna Diversa

UNA DONNA DIVERSA, l?ultimo romanzo di Ann Tyler chiude in bellezza, secondo me, il cerchio della produzione dell?autrice. Mi spiego: i romanzi della Tyler sono tutti, chi più chi meno, degli arabeschi all?apparenza semplici e di facile comprensione, ma se si osserva la trama con attenzione si colgono, oltre alle forti pennellate di colore, delle sfumature preziose e fantastiche.
Al punto di chiedersi, ma sono tutti così gli abitanti di Baltimora? città in cui sono ambientati i suoi lavori. Eccentrici, particolari, con un senso dell?umorismo che non trova una collocazione precisa nel panorama della letteratura americana o anglo sassone e nemmeno di quella russa che la Tyler ha studiato e ammira molto.
La risposta è che Ann Tyler, si ispiri o meno alla realtà della sua città, è lei stessa una donna diversa, un?autrice originale e atipica.
UNA DONNA DIVERSA narra la storia di Justine e Duncan, una coppia anticonformista che vuole affrancarsi dai Peck, la famiglia dalla quale provengono entrambi, essendo primi cugini. Una famiglia benpensante, statica e chiusa in se stessa. Perciò decidono di andare a vivere altrove salvo poi, a causa dell?eterna insoddisfazione di Duncan che cambia spesso lavoro, traslocare da una città all?altra, da uno stato all?altro. Con loro c?è nonno Peck , giudice in pensione, alla perenne ricerca del fratello Caleb scomparso molti anni prima e la figlia Meg, una ragazza assennata e ordinata che sembra mandata dal destino per contrastare il modo di vivere bizzarro dei genitori. Duncan, il padre, sempre impegnato in qualche strampalata invenzione, Justine, la madre, che per arrotondare le precarie entrate del marito, legge le carte alle fiere di paese.
Sarà Justine, infine, a trovare il fratello di nonno Peck, quel Caleb che con il suo amore per la musica e la fervida fantasia è stato il primo Peck a immaginare e vivere una vita diversa.
Il cerchio si chiude, quindi, come dicevo all?inizio, con una storia e dei personaggi talmente vivi e completi che sembrano le figure compiute dei protagonisti o dei comprimari degli altri suoi romanzi.
Tuttavia mi auguro che Ann Tyler continui a scrivere romanzi come questo raccontandoci ancora e ancora le storie degli abitanti di Baltimora di cui il lettore si sente, alla fine, quasi un parente.

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