Fahrenheit 451
(Ray Bradbury)
Al rogo i libri. Il fuoco divora le pagine dell?umanità. Non resta che cenere. È il futuro negli occhi di Ray Bradbdury. Un futuro a noi ancora lontano, per fortuna. Di certo, lo scrittore americano, già nel 1954, anno di pubblicazione di Fahrenheit 451, aveva individuato l?occhio indiscreto della tecnologia, che, di questo passo, controllerà ogni nostro movimento, come anticipato da Bradbury. La società del futuro non considera tutti uguali dalla nascita, ma la Costituzione combatte, con le sue regole, per imporre tale uguaglianza. Non è una uguaglianza di diritti, bensì di soprusi, se è vero che la Costituzione non ammette che circoli alcun libro, e per evitare questo ha creato, o meglio trasformato, una nuova forza dell?ordine: i vigili del fuoco. I vigili, che una volta spegnevano gli incendi, ora devono bruciare i libri, duri a morire. La Costituzione mira ad una massificazione dell?ignoranza, all?abbattimento dell?intellettuale, per poter comandare nella passività. Con fervida immaginazione, lo scrittore americano, attraverso la metafora della società futura, svela alcune piaghe della società moderna, e invita a riflettere sull?importanza del libero pensiero, sulla necessità dell?uomo di sfuggire ad ogni standardizzazione. E allora attenzione agli slogan dalla forte carica persuasiva, ma che nascondono messaggi vuoti. Il protagonista del romanzo, Montag, riesce ad uscire dal circolo vizioso delle sue giornate passive, scopre il fascino della poesia, del romanzo, delle parole piene, e diventa così una sorta di rivoluzionario. Ma scoprirà di non essere solo, e che la cultura non morirà mai. Gli uomini-libro portano con sé questo messaggio. Il pensiero, è la libertà che non potrà mai essere negata.
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